martedì 13 dicembre 2016

Quante possibilità ha Renzi di tornare premier ed in che modo



Il referendum costituzionale ha determinato le dimissioni di Matteo Renzi da presidente del consiglio. Al suo posto è stato scelto l'ex ministro degli esteri Gentiloni, uomo comunque fedele a Renzi nel segno della continuità con il governo precedente.

L'obiettivo di Renzi e comunque quello di ritornare premier ma per riuscire in questo scopo dovrà passare prima per la candidatura alle primarie nel partito democratico e poi riuscire a vincere le elezioni.

Per Renzi non sarà facile riuscire ad ottenere la candidatura alle primarie dove si annidano i suoi principali avversari della minoranza del partito come abbiamo visto nel referendum e sarà ancor più complicato vincere le successive elezioni stante la forza del movimento 5 stelle nel paese.

Renzi ha comunque buone possibilità do riuscire comunque nel suo intento non essendoci alle primarie altri personaggi con la sua popolarità e sarà poi decisiva la legge elettorale per decidere la successiva vittoria elettorale.

Sarà importante però anche comprendere da parte del politico toscano i motivi della sconfitta referendaria per non incorrere in un'altra clamorosa e questa volta definitiva sconfitta.

Per individuare i motivi della sconfitta occorre andare indietro nel tempo, paradossalmente occorre ritornare forse al momento di maggior fulgore dell'avventura governativa del politico toscano e cioè l'elezione di Sergio Mattarella a presidente della repubblica.
fino ad allora Renzi aveva giocatola carta della doppia maggioranza, quella del suo partito con alcuni innesti e l'alleanza con berlusconi sulle riforme.

Con l'elezione di mattarella Renzi cambia strategia e ai crede autosufficiente ed abbastanza forte in seguito alla vittoria alle elezioni europee da poter escludere berlusconi.

Quello che renzi non aveva considerato è che l'Italia è un paese tripolare in cui tre forze politiche si dividono quasi equamente l'elettorato: la destra, seppur divisa tra Berlusconi e lega, il pd ed il movimento cinque stelle.

In una logica tripolare finché renzi ha giocato la partita facendo sponda sul polo berlusconiano non ha avuto problemi, facendo forza sulla superiorità di essere in due contro uno, quando però ha pensato di poter escludere dai giochi la destra si e trovato da solo contro due avversari ed ha finito per perdere tutto proprio sulle riforme con cui aveva siglato il famoso patto del nazareno.

La realtà tripolare del paese e più che mai viva e se renzi penserà di essere totalmente autosufficiente rischierà seriamente di uscire nuovamente sconfitto.

Sarà quindi fondamentale per lui trovare una sponda in uno dei due poli avversari quanto meno per approvare una legge elettorale che possa essergli più favorevole di quella attuale alla camera che paradossalmente aveva fortemente voluto proprio lui e che esprime perfettamente la logica del due contro uno che lo vedrebbe sconfitto al ballottaggio.

In tutto ciò si deve registrare l'assenza della sinistra che risulta frantumata tra la sinistra del pd in cui comunque ha una certa visibilità w continua a rappresentare la vera opposizione al governo, sel che anche rielaborandosi in sinistra italiana non ha al suo interno una figura in grado di fare breccia nel cuore degli elettori ed infine il movimento 5 stelle in cui esiste una vasta sacca di potenziali elettori di sinistra soprattutto tra i giovani.