Recentemente ho letto un libro di qualche anno fa che avevo appuntato da un bella recensione scritta da Antonio D'orrico sulla sua preziosa rubrica nel magazine del Corriere della Sera.
Il libro è "La signora che amava le toilette pulite" di James Donleavy, una storia deliziosa ed irriverente su una donna che viene abbandonata dal marito, che le preferisce "un pezzo di carne giovane e fresca" e cerca di rifarsi una vita.
Humour pungente e politicamente scorretto contraddistingue le vicende di Jocelyne e degli uomini che si trova ad incontrare.
La protagonista è
intelligente e raffinata, ma soprattutto esilarante, strepitosa, una donna sull’orlo di una crisi di
nervi che nella sua singolarità e schiettezza riesce anche a definire il passaggio non facile oltre i quarant'anni con cui tutte le donne in qualche modo si trovano a dover fare i conti.
È una protagonista che ha tratto alcune conclusioni fondamentali sulle persone che lo circondano: "sembrava che la commedia che tutti recitavano fosse quella di apparire importanti. E di nascondere agli altri ciò che in realtà stavano pensando di sé, vale a dire che erano dei veri coglioni."
È una protagonista che ha tratto alcune conclusioni fondamentali sulle persone che lo circondano: "sembrava che la commedia che tutti recitavano fosse quella di apparire importanti. E di nascondere agli altri ciò che in realtà stavano pensando di sé, vale a dire che erano dei veri coglioni."
Un finale pirotecnico in cui il titolo del libro sarà un elemento
importante ed una narrazione ben ritmata e mai banale fanno di questo
libro un piccolo gioiello davvero godibile nella lettura.