martedì 1 novembre 2016

Le elezioni presidenziali americane




A meno di una settimana dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti la battaglia tra i candidati Hillary Clinton e Donald Trump è più che mai incerta.
Un recentissimo sondaggio News/Washington Post dà il tycoon newyorchese davanti all’ex first lady attribuendogli il 46% dei voti contro il 45 della Clinton.
Tutto ciò nonostante gli scandali sessuali attribuiti a Trump nell'ultimo mese sembravano aver assestato un duro colpo alla sua campagna elettorale costringendolo alle scuse pubbliche per il linguaggio usato nei confronti delle donne.
È interessante notare che nonostante tutte le critiche piovute addosso al magnate newyorchese per gli atteggiamenti razzisti e maschilisti, questi continua a mantenere il proprio consenso ed anzi recentemente ad aumentarlo.
Trump sembra riuscire a far presa sulla classe media americana che perde costantemente potere economico e sembra credere nelle parole di Trump per un cambiamento della propria situazione attribuita da una parte all'immigrazione ed alla globalizzazione dall'altra.
Di fatto trump appare agli occhi degli elettori come se non fosse parte dell'establishment che ne ha causato il declino  e non debba rispondere a grandi lobbies industriali.

A mio parere è questo il principale problema che attraversa non solo la politica americana ma tutte le democrazie occidentali; in sintesi il progressivo asservimento dellla classe politica alle grandi industrie e gruppi bancari che ne finanziano le campagne elettorali. In questo modo i governi tendono a fare gli interessi di questi "grandi elettori" a scapito degli elettori reali che hanno inevitabilmente patito un progressivo impoverimento seguito alla globalizzazione che ha portato alla delocalizzazione delle industrie e quindi alla diminuzione dei posti di lavoro disponibili  ed alla modifica delle leggi sul lavoro che hanno aumentato la flessibilità in modo da diminuire di fatto i salari ed aumentare le ore di lavoro.
In tal modo i  tassi di disoccupazione in paesi come gli Stati Uniti o la stessa Germania sono diminuiti in realtà i salari reali sono anch'essi diminuiti peggiorando di fatto le condizioni di vita delle popolazioni anche nei paesi sviluppati nonché l'avversione verso la manodopera straniera che è di fatto maggiormente disponibile e lavorare per salari ifneriori e perciò particolarmente benvenuta dai gruppi industriali.
Tutto ciò facilita l'azione dei partiti e dei leaders populisti come trump in America ma anche come i vari partiti di destra in Europa che aumentano progressivamente i loro consensi.
Sarà necessaria un'inversione di rotta da parte dei partiti tradizionali per evitare il pericolo ormai concreto della presa di potere dei populisti che però non sembra arrivare. Alternativa a tutto ciò sarebbe possibile con il realizzarsi di un consenso da sinistra che raccolga il disagio delle classi più deboli come in qualche modo è avvenuto in Grecia e Spagna ma anche con Bernie Sanders negli ultimi anni.